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Trasformazioni Possibili - La Piattaforma

“Trasformazioni Possibili” è una piattaforma per design-led research – fondata da Lemonot (Sabrina Morreale + Lorenzo Perri) e Roberto Flore – che opera all’intersezione tra sistemi alimentari, architettura, arte relazionale e studi dell’ambiente.

Con consapevole ottimismo, la piattaforma insiste sull’ urgente necessità – ma allo stesso tempo sulla possibilità – di trasformazioni radicali, ma sensibili, nel mondo che ci circonda.

Sabrina e Lorenzo sono architetti, artisti e docenti, attualmente insegnano al Royal College of Art e all’ Architectural Association di Londra.
Roberto ha un background in agronomia e ora dirige il DTU Skylab Foodlab a Copenhagen. In precedenza ha lavorato come responsabile della ricerca e sviluppo del Nordic Food Lab, un laboratorio open source fondato da René Redzepi del ristorante Noma.

Durante le nostre carriere, abbiamo avuto occasione di collaborare con numerosi creativi e professionisti: architetti, registi, chef, agricoltori, antropologi, educatori, artisti, performers, designers, ricercatori e policy-makers.

Questa piattaforma mira a ispirare le nuove generazioni di innovatori a impegnarsi in attività ed imprese rigenerative, attraverso nuove pratiche spaziali e pedagogiche, che promuovano lo sviluppo sostenibile e il benessere socio-economico.

Coltiviamo un approccio olistico alla diversità. Riteniamo che occuparsi adeguatamente di un determinato sistema alimentare significhi costruire strategie integrate che abbiano a che fare con l’intero ecosistema delle comunità e dei luoghi a cui è legato: biodiversità, rituali ancestrali e nuove tecnologie, modelli economici, paesaggio e patrimonio architettonico.

Siamo particolarmente interessati alle peculiarità dei contesti locali, convinti che l’attivazione di sinergie estremamente specifiche sia uno strumento prezioso per affrontare problematiche globali e contemporanee.

“Trasformazioni Possibili” è una piattaforma che combina l’inventiva con la ricerca scientifica, la progettualità ed il lavoro sul campo, fondato sull’esperienza diretta (embodied inquiry).

I nostri interventi site-specific e interdisciplinari tentano di bilanciare agende complesse, a volte conflittuali, tra diverse parti interessate, tra cui agenzie governative, imprese, associazioni ambientaliste, istituzioni culturali ed accademiche.

Trasformazioni Possibili - progetto per La Biennale di Venezia 2023

Trasformazioni possibili - asta performativa nella Chiesetta di San Vincenzo - Pischera ‘e Mar ‘e Pontis (Cabras), April 2023
with Fulvio Accogli - Ph. Francesca Corriga

Il primo progetto di “Trasformazioni Possibili” – dal titolo omonimo, come una sorta di manifesto metodologico – è attualmente esposto alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia.
Fa parte di “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri”, il Padiglione Italia curato da Fosbury Architecture. I curatori hanno selezionato “nove gruppi di designer e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi ambiti delle industrie creative, per un totale di circa 50 persone con un’età media di 33 anni — cresciute e formate contro uno scenario di crisi permanente e che hanno, quindi, fatto della collaborazione, della condivisione e del dialogo la base di ogni loro attività”.
Lemonot e Roberto Flore, insieme, sono uno di questi nove gruppi.

All’interno della Biennale di Venezia, “Trasformazioni Possibili” porta avanti il suo approccio olistico ai sistemi alimentari, indagando in particolare le complesse relazioni tra prodotti tradizionali ed i meccanismi delle relative filiere contemporanee.
Il progetto esplora consuetudini apparentemente immutabili nell’ambito della produzione e del consumo alimentare, mettendone in luce le controversie in termini di sostenibilità, ma al tempo stesso il legame con l’identità, la storia, l’evoluzione e l’economia dei luoghi di origine.
Crediamo, infatti, che uno sguardo sistemico a tutti questi aspetti sia indispensabile per promuovere una transizione alimentare consapevole e culturalmente rilevante.

Come esempio paradigmatico, “Trasformazioni Possibili” si concentra qui sulla filiera della bottarga di muggine e sullo Stagno di Cabras, all’interno della Penisola del Sinis (Oristano, Sardegna). Lo Stagno ha una superficie totale di 2.200 ettari ed è protetto dalla Convenzione di Ramsar sulle zone umide, un trattato intergovernativo che detta preziose linee guida per la conservazione e l’uso appropriato delle zone umide e delle loro risorse.
Per millenni, lo Stagno ha fornito ai suoi abitanti opportunità di sostentamento fondate sulla pesca. In particolare, la comunità di Cabras si è costruita da secoli attorno alla produzione della bottarga di muggine, sviluppando competenze specifiche e tradizioni di grande valore. La sua bottarga locale è da sempre riconosciuta come una delle più pregiate al mondo.
Tuttavia, questo ha anche reso la piccola città di Cabras completamente dipendente dalla filiera della bottarga. Inoltre, la domanda incessante degli ultimi anni ha fatto sì che i volumi di pesca locale non fossero più sufficienti e si è cominciato a lavorare anche ingenti quantità di bottarga importata dal Mar Mediterraneo e dall’ Oceano Atlantico.

Il progetto riflette appunto su queste dinamiche, freno allo sviluppo di più appropriati processi di diversificazione economica e protezione sistemica. In risposta ad un’asta avvenuta a Cabras a Novembre 2022, in cui 12 baffe di bottarga interamente locale sono state battute fino a 600 euro al kg, vendute ad acquirenti per lo più stranieri – se ne propone una messa in scena alternativa. Una nuova asta performativa che colloca la filiera della bottarga all’interno di una rete più ampia ed adeguata, al di là del solo settore alimentare, contribuendo ad un fondo di ricerca e progettazione integrata per le molteplici risorse del territorio attorno allo Stagno di Cabras, dalla Penisola del Sinis al Montiferru.

Trasformazioni possibili - stage-set within “Spaziale.Everyone Belong to Everyone else.” - Padiglione Italia of the 18th International Architecture Exhibition - La Biennale di Venezia 2023
Ph. Delfino SIsto Legnani

Abbiamo instaurato una partnership con la fondazione MEDSEA: un’organizzazione no profit per la tutela e la gestione sostenibile delle risorse marine e costiere della Sardegna, e, attraverso la nostra asta alternativa, abbiamo deciso di contribuire alla loro campagna in corso Hope For SennarioloI fondi raccolti contribuiranno all’attivazione di residenze artistiche, borse di studio, workshops o visiting schools presso atenei locali ed internazionali.

Trasformazioni Possibili” si allinea a MEDSEA nella convinzione che, per proteggere le aree costiere, è assolutamente necessario adottare un approccio sistemico: l’ambiente ad esse circostante deve essere preservato con la medesima cura. In questo caso, l’obiettivo è quello di partecipare al recupero dell’ecosistema degli oliveti, recentemente distrutti da incendi devastanti, a Sennariolo – nel Montiferru, un’area montuosa che si affaccia sullo Stagno di Cabras.

La nostra asta alternativa ha dunque preso le sembianze di un’installazione performativa in tre atti. Inizialmente, si è realizzato un cortometraggio con Fulvio Accogli, che ha sapientemente calibrato i suoi gesti per impersonare allo stesso tempo un surreale battitore d’asta ed un custode premuroso. Il cortometraggio, infatti, è stato girato nella Chiesetta di San Vincenzo – una chiesa settecentesca in buona parte da restaurare, all’interno dell’antica Pischera ‘e Mar ‘e Pontis di Cabras.

Poi, il sedime in scala 1:1 di questa chiesa è stato ricostruito negli spazi del Padiglione Italia, attraverso un tappeto di polvere d’argilla. Al di sopra giace, riprodotta fedelmente, la scenografia del cortometraggio: una topografia astratta, con oltre 500 coni di sale e dodici sculture in terracotta, anch’esse in crosta di sale, che materializzano di un elemento invisibile ma fondamentale per raccontare lo Stagno di Cabras. La peculiare salinità delle sue acque, infatti, è il risultato di complesse interazioni tra politiche ambientali, esigenze del tessuto urbano e sistemi produttivi.

In ogni modo, l’installazione non è soltanto un’opera da contemplare: tutte le sculture di sale esposte nel Padiglione Italia rimandano a quelle originali dell’allestimento a Cabras. La griglia a Venezia è una sorta di portale, che serve a navigare in maniera tangibile questa piattaforma digitale, dove le sculture di sale originali – di Cabras, sono in vendita come pezzi unici.
Con il terzo atto, la nostra asta performativa si trasforma dunque in una microeconomia artistica, che alimenta un sistema di donazioni vero e proprio per sostenere la fondazione MEDSEA – fino al termine della 18a Biennale di Architettura di Venezia, Domenica 26 novembre 2023.